Cos’è la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese
L’elemento più importante da rimarcare è che questo tracciato può contare su circa 230 km di strade (piste) di servizio già esistenti e quasi interamente percorribili. Una ciclovia che per metà del suo percorso diventa quindi via verde, preclusa al traffico motorizzato. La parte di “greenway” comprende un primo tratto al confine tra Campania e Basilicata e poi un lunghissimo tratto, interrotto solo per pochi km, da Venosa (PZ) a Seclì (LE). In Salento e in Irpinia possono essere utilizzate molte strade rurali e locali, mentre sono del tutto assenti tratti da percorrere su pericolose e trafficate strade statali e provinciali.
La Ciclovia e Via Verde dell’Acquedotto Pugliese necessita quindi di un progetto intelligente di restauro e fruizione più che di trasformazione/riconversione, preservando il più possibile autenticità e naturalità dell’infrastruttura storica. Gli interventi minimi e prioritari che potrebbero renderla in tempi brevi una delle vie verdi del turismo sostenibile più importanti d’Europa sono essenzialmente:
- l’adeguamento dei cancelli già presenti a tutela di buona parte delle strade di servizio per consentire il transito di bici e pedoni
- la messa in sicurezza di attraversamenti e barriere laterali e l’apposizione di segnaletica lungo tutto il tracciato.
La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è una grande opportunità di recupero e valorizzazione delle opere di uno degli acquedotti più grandi e complessi del mondo.
Le tracce da seguire sono gli impianti di captazione presso le sorgenti (includendo oltre a quella di Caposele anche quella, bellissima, di Cassano Irpino), i tantissimi ponti canale, opere che oltre alle tante gallerie servirono a superare tratti vallivi e corsi d’acqua per far viaggiare la condotta “a pelo libero”, ossia in leggera pendenza costante per sfruttare la gravità e, già allora, consumare meno energia possibile. Le tracce da seguire sono anche gli impianti di sollevamento, le case cantoniere, gli edifici storici di acquedotto, gli impianti di potabilizzazione, i serbatoi pensili e le centrali idroelettriche (in particolare la centrale Battaglia che sfrutta l’ultimo salto dell’acqua proprio a Villa Castelli).
La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese non è solo un tracciato che mette in collegamento dei luoghi di particolare interesse turistico e culturale (Venosa, Castel del Monte o Alberobello) ma è essa stessa esperienza di cicloturismo o cammino lento continua e lineare, unica nel suo genere.
Le tante casette di ispezione, piccoli edifici con su impresso l’anno di costruzione e la progressione in km della condotta, ma anche le antiche fontanine di ghisa o i piccoli tombini circolari dell’acquedotto segnano già adesso il percorso.
Segnaletica e fontane pubbliche d’epoca sono dunque già presenti in quello che potrebbe diventare il più imponente progetto di commistione tra paesaggio, archeologia industriale e viaggio esperienziale d’Italia.
Progetti e iniziative in corso
Tale realizzazione nasce da uno studio di fattibilità e da un protocollo d’intesa tra la Regione e la sua azienda idrica del 2008 circa la percorribilità ciclistica e ciclopedonale delle vie di servizio dell’Acquedotto (Progetto CYRONMED, Delibere G.R. n.1585 del 9/9/2008 e nr.963 del 9/6/2009).
La Regione Puglia tra l’altro prevede espressamente tale riconversione attraverso la Legge Regionale “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica” (L.R. 23 gennaio 2013, nr.1, Art. 4, comma 2). Tale previsione è ulteriormente sorretta, nel caso specifico della Ciclovia AQP, dalla Legge regionale nr.16 del 30 gennaio 2015 “Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale”. L’itinerario ciclopedonale dell’acquedotto è stato inoltre acquisito dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e rappresenta un intervento prioritario per la Puglia.
Nel Piano Attuativo del Piano Regionale dei Trasporti 2015-2019 della Regione Puglia si prevede il completamento del tratto a nord fino a Gioia del Colle (BA) e, verso sud, il raccordo con la viabilità di servizio del Consorzio di Bonifica dell’Arneo (46 km di strada asfaltata già esistente) e con la pista ciclabile di ulteriori 20 km in corso di realizzazione tra Nardò e Seclì (opera di compensazione richiesta e ottenuta dai Comuni attraversati dai lavori di potenziamento della grande adduzione – III Lotto Acquedotto del Sinni).
La ciclovia è inserita Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche (SNCT) come opera prioritaria e sono attualmente in corso di progettazione tecnico-economica gli interventi su tutto il tratto pugliese.
Il Coordinamento dal Basso
Nell’estate 2015 è stata compiuta la prima “Cicloesplorazione dell’Acquedotto Pugliese”, un viaggio in bicicletta di 5 giorni che ha verificato la fattibilità e le potenzialità del percorso cicloturistico. Il viaggio è stato raccontato sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno e su Bikeitalia.it ottenendo grande visibilità anche su altri media. Il 31ottobre 2015 il Coordinamento ha preso parte alla Tavola Rotonda sul Cicloturismo organizzata dalla Regione Puglia nell’ambito di Bici in Puglia 2015, ribadendo l’invito a rendere prioritario il completamento della ciclovia.
Il 14 dicembre 2015 a Martina Franca (TA) il Coordinamento ha organizzato un convegno e laboratorio dal titolo “Lungo la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese: storia, patrimonio industriale e valorizzazione condivisa”. All’evento, organizzato assieme a CNR-IBAM e AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) e con il supporto del Comune di Martina Franca e Acquedotto Pugliese SpA, hanno preso parte oltre 70 persone (rappresentanti di organizzazioni e cittadini). Nel corso dell’evento è stato presentato il sito www.cicloviadellacquedotto.it, gestito dal Coordinamento, sul quale sono ospitate le tracce GPS, informazioni e contenuti relativi alla ciclovia per valorizzare da subito l’itinerario ma anche per raccordare gli sforzi a livello locale.
#cantieredalbasso e percorso istituzionale
Il Coordinamento ha già provveduto a identificare un primo tracciato con anche i punti di interesse maggiormente significativi. Ogni organizzazione si è impegnata ad “adottare” un tratto di ciclovia in base al principio di sussidiarietà (art. 118 della Costituzione) e a procedere ad una rilevazione puntuale delle sue caratteristiche e degli interventi più idonei a garantire la conservazione e fruibilità del tracciato da parte dei diversi segmenti del turismo attivo e della mobilità lenta in una logica inclusiva e rispettosa della naturalità del tracciato (trekking, ippoturismo, MTB, bikepacking, cicloturismo, randonneur, ciclostoriche).
Il 19 dicembre 2015, grazie a due emendamenti presentati dai parlamentari pugliesi Salvatore Capone (PD) e Diego De Lorenzis (M5S), poi unificati, la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è stata inserita nella Legge di Stabilità 2016 tra le 4 ciclovie turistiche prioritarie per l’Italia, accedendo quindi al riparto delle risorse messe a disposizione dallo Stato (91 milioni di Euro in tre anni). La realizzazione verrà inoltre seguita da una cabina di regia ministeriale, con il coinvolgimento delle tre regioni. Leggi la votazione in Parlamento.
L’inserimento nella Legge di Stabilità è stato reso possibile dopo una grande mobilitazione dal basso sui social network. Il portale Bikeitalia.it ha lanciato l’hashtag #MancailSud ed un tweet storm (trend topic nella giornata del 18 dicembre) proprio per chiedere l’inserimento di interventi sul cicloturismo anche a sud della Penisola (la Legge aveva infatti dapprima individuato solo le ciclovie VENTO, GRAB e Ciclopista del Sole), rimarcando l’importanza proprio della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese.
Il 16 gennaio 2016 presso le Distillerie De Giorgi di San Cesario di Lecce si è svolto un secondo evento organizzato dall’AIPAI che ha visto la presenza, oltre ai due deputati promotori dell’emendamento, del deputato PD Paolo Gandolfi, consulente per la ciclabilità del Ministro Graziano Delrio, che ha garantito l’intenzione di procedere alle diverse realizzazioni coinvolgendo cittadini, associazioni e imprese.
Il Coordinamento dal Basso ora incalza le tre Regioni (Puglia, Campania e Basilicata) per mettere a punto in tempi rapidi un progetto unitario e concreto con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati ai vari livelli.
Il percorso progettuale istituzionale viaggia in ogni caso in parallelo a quello della valorizzazione dell’itinerario e della progettazione dal basso: a partire dal mese di Gennaio 2016 il Coordinamento ha lanciato l’iniziativa #cantieredalbasso per velocizzare la fase di raccolta dati e verifica condivisa del tracciato. Allo stesso tempo, il percorso realizzativo verrà accompagnato da eventi di cicloesplorazione e divulgazione. .